SEPARAZIONE CONIUGALE
Il presunto tradimento è sufficiente per addebitare la separazione?
La separazione coniugale è un evento che può essere causato da una vasta serie di fattori, tra cui anche l’infedeltà da parte del coniuge.
Tuttavia, il dovere di fedeltà è sempre stata fonte di dibattiti e interpretazioni diverse ed evolutive da parte della giurisprudenza, che spesso si è trovata ad affrontare casi in cui non era chiaro se il tradimento fosse sufficiente per addebitare la separazione al coniuge colpevole.
In particolare, il tradimento meramente “presunto”, può essere motivo di addebito della separazione?
La vicenda: il Tribunale di Tivoli pronunciava la separazione tra due coniugi, addebitando la medesima al marito, che aveva intrattenuto una relazione extra-coniugale; il Tribunale, cioè, attribuiva al marito la “colpa” della fine del rapporto coniugale, avendo questi violato i doveri matrimoniali. La Corte d’Appello di Roma confermava la pronuncia del Tribunale di Tivoli. Il marito portava così la questione avanti la Suprema Corte di Cassazione, affermando che la relazione era stata meramente platonica, che non c’era mai stato alcun adulterio e che perciò l’addebito della separazione era ingiustificato. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1136 del gennaio 2020, si pronunciava sul caso, stabilendo che la relazione intrattenuta da un coniuge con una persona estranea, anche se non presenta risvolti sessuali, ma se desta dei plausibili sospetti d’infedeltà (che non va intesa in termini meramente sessuali), offendendo la dignità e l’onore dell’altro coniuge, giustifica l’addebito della separazione al primo.
Si può pertanto ritenere, sulla base di tale orientamento della Cassazione, che anche una relazione intrattenuta esclusivamente via social-network o via chat, quindi priva di incontri fisici, possa determinare l’addebito della separazione in capo al coniuge dedito a “chattare” con una persona estranea, quando ciò faccia sorgere verosimili dubbi in ordine alla propria fedeltà e quando la dignità dell’altro coniuge venga conseguentemente lesa; infatti l’obbligo di fedeltà proprio del rapporto matrimoniale non va inteso esclusivamente in maniera fisica, ma, più ampiamente, da un punto di vista morale.
Questa sentenza della Corte di Cassazione ha un’importante valenza, in quanto fornisce uno spaccato sull’obbligo di fedeltà coniugale, offrendone un’interpretazione specifica; includendovi non solo le relazioni extraconiugali di carattere sessuale, ma anche comportamenti che, pur non avendo una connotazione sessuale, possano ledere la dignità e l’onore dell’altro coniuge. In questo senso, la sentenza della Corte di Cassazione interpreta estensivamente l’obbligo di fedeltà coniugale, tenendo altresì conto anche dell’evoluzione tecnologica e dei nuovi modi di interazione tra le persone.
Tuttavia, è importante sottolineare che, come accade in ogni situazione di separazione coniugale, la questione è sempre molto delicata e complessa e deve essere affrontata con la massima attenzione. In caso di presunto tradimento o di altre circostanze che possono portare ad una separazione con addebito, è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato per avere un idoneo parere professionale e per trovare soluzioni in grado di garantire la massima tutela dei diritti.
Inoltre, è importante tenere presente che, sebbene la menzionata sentenza della Corte di Cassazione abbia dettato un importante e parzialmente innovativo indirizzo interpretativo in materia di addebito della separazione, ogni caso è diverso e deve essere valutato sulla base delle specifiche circostanze.
In particolare, per poter addebitare la separazione al coniuge colpevole, è necessario dimostrare l’esistenza di una violazione dei doveri coniugali, che abbia determinato la fine del rapporto.
Tuttavia, la valutazione di tali circostanze è sempre rimessa al giudice, il quale deve valutare attentamente solo ed esclusivamente quanto puntualmente provato dalle parti (le affermazioni prive di un riscontro oggettivo lasciano il tempo che trovano) e decidere poi in modo equo e imparziale.
In questo senso, è fondamentale che le parti coinvolte nel procedimento di separazione si rivolgano ad un legale di fiducia, in grado di offrire una consulenza professionale e di supportarle nella tutela dei propri diritti. Inoltre, può essere utile considerare anche l’opzione della mediazione familiare, che consente di raggiungere un accordo tra le parti in modo amichevole e rispettoso, evitando così la conflittualità e il protrarsi del procedimento.
In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione sul “presunto tradimento” come motivo di addebito della separazione indica un importante orientamento interpretativo in materia di separazione personale, ma non può essere utilizzata come regola da applicarsi in modo automatico e meccanico ad ogni caso. Ogni situazione è diversa e richiede una valutazione attenta e scrupolosa, al fine di garantire la soluzione migliore.